LA PALA DELL' ANNUNCIAZIONE
L' Annunciazione fra i Santi Sebastiano e Rocco
Collocata oggi sulla parete della navata destra della chiesa, la grande pala proviene dalla chiesa di San Rocco, sede di una delle più antiche compagnie della Vergine di Cigoli. La presenza, nel dipinto, di Sebastiano e Rocco farebbe pensare a una commissione legata a una qualche pestilenza, forse a quella del 1524, nefasta per la Toscana.
Nonostante, a prima vista, la composizione arcaizzante, quattrocentesca, con la fuga prospettica del pavimento, l´apertura centrale sul paesaggio, la città sullo sfondo, l´azzurro dei monti, lo scuro della siepe con le rose fiorite faccia pensare a Domenico Veneziano, è proprio il gruppo centrale che riporta a dipinti del primo Cinquecento, il più noto dei quali è l´Annunciazione per la chiesa fiorentina di Santa Maria degli Innocenti, ritenuta opera di Giovanni Antonio Sogliani. Un´altra opera che ripete le mosse di Maria e dell´angelo fu dipinta e firmata da Leonardo di Bernardino del Signoraccio, fratello del più noto fra Paolino, nato nel 1491, scarsamente documentato, opera oggi dispersa. Il più noto fratello, domenicano pistoiese, frequentò la bottega di fra Bartolomeo nel convento di San Marco a Firenze e alla sua morte (1517), ne ereditò il materiale grafico. Fino al suo ritorno a Pistoia, nel 1526, egli produrrà opere soprattutto per i conventi dell´ordine o legate alla linea religiosa savonaroliana; è di questo periodo l´avvicinamento al Sogliani che, dopo l´apprendistato presso Lorenzo di Credi, si era accostato alle opere di fra Bartolomeo.
Nell´Annunciazione di fra Paolino, forse dell´inizio del terzo decennio del secolo XVI, per l´oratorio della Santissima Annunziata a Vinci e per la collegiata di San Casciano, è riscontrabile una composizione simile a quella di Cigoli. Questo porta ad ascrivere tale composizione a disegni della bottega di fra Bartolomeo, quindi disponibili per gli artisti che, in quegli anni, gravitavano intorno al frate pistoiese.
Allo stato attuale delle conoscenze sulla pittura a Pistoia in quel tempo, possiamo solo indicare possibili relazioni tra le varie opere per individuare un contesto al dipinto. Per la stilistica si possono così fare i nomi di Leonardo del Signoraccio, Giuliano di Iacopo di Bandino Panciatichi, oppure quello di Amadeo Laini.
Realizzato a cura dell´Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici
FONTI
Roberta Roani Villani (a cura), San Miniato, il Valdarno inferiore e la Valdera - Milano, 1999.
Roberto Paolo Ciardi (a cura), Visibile pregare - Arte sacra nella diocesi di San Miniato (I) - Pisa, 2000.
Nonostante, a prima vista, la composizione arcaizzante, quattrocentesca, con la fuga prospettica del pavimento, l´apertura centrale sul paesaggio, la città sullo sfondo, l´azzurro dei monti, lo scuro della siepe con le rose fiorite faccia pensare a Domenico Veneziano, è proprio il gruppo centrale che riporta a dipinti del primo Cinquecento, il più noto dei quali è l´Annunciazione per la chiesa fiorentina di Santa Maria degli Innocenti, ritenuta opera di Giovanni Antonio Sogliani. Un´altra opera che ripete le mosse di Maria e dell´angelo fu dipinta e firmata da Leonardo di Bernardino del Signoraccio, fratello del più noto fra Paolino, nato nel 1491, scarsamente documentato, opera oggi dispersa. Il più noto fratello, domenicano pistoiese, frequentò la bottega di fra Bartolomeo nel convento di San Marco a Firenze e alla sua morte (1517), ne ereditò il materiale grafico. Fino al suo ritorno a Pistoia, nel 1526, egli produrrà opere soprattutto per i conventi dell´ordine o legate alla linea religiosa savonaroliana; è di questo periodo l´avvicinamento al Sogliani che, dopo l´apprendistato presso Lorenzo di Credi, si era accostato alle opere di fra Bartolomeo.
Nell´Annunciazione di fra Paolino, forse dell´inizio del terzo decennio del secolo XVI, per l´oratorio della Santissima Annunziata a Vinci e per la collegiata di San Casciano, è riscontrabile una composizione simile a quella di Cigoli. Questo porta ad ascrivere tale composizione a disegni della bottega di fra Bartolomeo, quindi disponibili per gli artisti che, in quegli anni, gravitavano intorno al frate pistoiese.
Allo stato attuale delle conoscenze sulla pittura a Pistoia in quel tempo, possiamo solo indicare possibili relazioni tra le varie opere per individuare un contesto al dipinto. Per la stilistica si possono così fare i nomi di Leonardo del Signoraccio, Giuliano di Iacopo di Bandino Panciatichi, oppure quello di Amadeo Laini.
Realizzato a cura dell´Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici
FONTI
Roberta Roani Villani (a cura), San Miniato, il Valdarno inferiore e la Valdera - Milano, 1999.
Roberto Paolo Ciardi (a cura), Visibile pregare - Arte sacra nella diocesi di San Miniato (I) - Pisa, 2000.