Parete della Restituzione
La grande Pala della Restituzione raccontata dall'autore
Sarebbe bello avere lo spazio per poter scrivere tutti i pensieri che mi hanno accompagnato nel corso dell´esecuzione della parete nella chiesa di San Giovanni Battista, Santuario di Maria Madre dei Bimbi a Cigoli.
Le tavole dipinte, che ricostruiscono la parete, narrano per immagini la Storia del furto e della restituzione della sacra immagine della Madre dei Bimbi se si vuole usare un titolo completo su quanto vi è trattato oppure, più efficacemente, la Parete della restituzione.
I pensieri e le considerazioni che mi hanno accompagnato man mano che il lavoro prendeva consistenza, li ho annotati in un diario. Riflessioni come quella sul significato del dipingere oggi una Maestà, soggetto tra i più importanti nella Storia dell´Arte ma che sembra non appartenere all´arte contemporanea.
Quando Don Giampiero me ne parlò nel 2009, dandomi l´incarico di preparare il bozzetto della parete in scala 1:10 da sottoporre all´approvazione della Commissione Beni Culturali della Diocesi, tornai indietro di venticinque anni, quando nella luce di un giorno di luglio ci raggiunse quella triste notizia: «Hanno rubato la Madonna di Cigoli!», incredulità, sconcerto, domande. Prima di iniziare il lavoro ho riletto tutti gli articoli dei giornali sul furto e quelli ancora più sensazionali della restituzione. Ho guardato le foto del periodo. Venticinque anni dopo mi sono trovato impegnato a dipingere la Storia dell´avvenimento.
Don Giampiero, sempre nel 2009, mi indicò la parete che doveva accogliere il lavoro: prima campata laterale, alla sinistra di chi entra, della misura cm. 840x422. Mi guardai intorno e sullo stesso lato accanto all´edicola che accoglie l´immagine della Madonna vidi un´altra parete istoriata che conoscevo bene con la Storia del grande miracolo del 1451 quella che Dilvo aveva dipinto tra il 1935 e il 1937. Mia madre ci portava sempre, me e mia sorella, a Cigoli, tutti gli anni; ed io associavo l´immagine, allora scura, della Madonna e del Bambino a quei volti così particolari delle figure di Dilvo Lotti.
Così ho iniziato a lavorare, ho preparato il bozzetto in scala dell´intera parete e vari studi delle scene:
1- il fulmine che colpisce la torre campanaria;
2- i ladri all´interno della chiesa;
3- il pentimento dei ladri;
4- don Taddei in ginocchio davanti alla Madonna riconsegnata;
5- la processione per il paese dopo la riconsegna.
Ecco che, guardando le scene dipinte, dal primo episodio dove il fulmine nella notte colpisce la torre campanaria alla processione festosa dopo la avvenuta riconsegna si può leggere anche un percorso che va dalla tenebra alla luce. Alla base delle cinque scene è la balza dipinta, mentre nella parte superiore il tutto si conclude nella lunetta con la Madonna e il Bambino in Maestà tra i Santi Michele Arcangelo e Rocco.
Cinque (scene più la lunetta), cinque momenti di quei sei lunghi anni, accompagnate dal testo dettato da don Taddei.
La Commissione Beni Culturali si è espressa positivamente il 12 ottobre 2009 e sono subito passato a preparare il fondo delle tavole con tre mani di preparazione ciascuna; ho ingrandito i disegni dei bozzetti con la quadrettatura su fogli di carta di grandi dimensioni; a riportare quei disegni a grandezza naturale dalla carta direttamente sulle tavole: sul retro della tavola centrale della Maestà ho annotato "Iniziato Cigoli / 28 aprile 2010 / mercoledì ore 15,30 ".
Il ponteggio servito per la posa in opera delle tavole sulla parete è stato smontato il 16 novembre 2011.
Luca Macchi